Aritmie cardiache

aritmie cardiache

irregolarità del battito cardiaco che generalmente si presentano in cuori ammalati ma che ,non infrequentemente, possono manifestarsi in cuori sani o solo lievemente compromessi.

CAUSE: tutte le cardiopatie possono complicarsi con la comparsa di aritmie cardiache che hanno origine dagli atri (le cavità superiori del cuore ) o dai ventricoli (le cavità inferiori). Le aritmie cardiache atriali sono molto frequenti e sono principalmente correlate con l'età e con la presenza di ipertensione arteriosa: tra queste la fibrillazione atriale è la più frequente ; le aritmie ventricolari sono generalmente correlate a cardiopatie avanzate che comportano una disfunzione dei ventricolari ed hanno una prognosi talora severa in rapporto all'entità del danno cardiaco quale si determina dopo un infarto miocardico esteso, una miocardiopatia acquisita o geneticamente determinata, una cardiopatia valvolare ecc.

SINTOMI: nella grande maggioranza dei casi le aritmie che comportano una irregolarità o una accelerazione del battito cardiaco danno come sintomo affanno e batticuore ; le forme più gravi possono dare vertigini e sensazioni di imminente o improvvisa perdita di coscienza. Altre aritmie si caratterizzano invece per un marcato rallentamento del battito cardiaco che può causare stanchezza , incapacità a sostenere sforzi fisici. Quando il cuore si arresta anche solo per qualche secondo, si può verificare un improvviso svenimento .

DIAGNOSI: quando l'aritmia è sempre presente nel paziente la diagnosi è affidata all'Elettrocardiogramma: molte volte l'aritmia non è persistente o permanente per cui è necessario andare ad individuarla sottoponendo il paziente ad un monitoraggio elettrocardiografico per 24 h o anche più prolungato (ecg holter); più raramente si deve ricorrere all'impianto sottocutaneo di un dispositivo in grado di registrare anche per anni il battito cardiaco e di conservare nella sua memoria le aritmie che si sono verificate (Loop-Recorder).

TRATTAMENTI: per le aritmia atriali i farmaci antiaritmici hanno un ruolo consolidato e permettono di migliorare la qualità di vita del paziente riducendo gli eventi aritimici. Tali farmaci spesso hanno eventi avversi , devono essere somministrati da un cardiologo, richiedono controlli clinici ed elettrocardiografici frequenti ed hanno un'efficacia discreta , ma non totale. La fibrillazione atriale molto spesso richiede anche una terapia anticoagulante perché può causare il distacco di emboli dall'auricola dell'atrio sinistro con conseguenti embolie che ,nel 70% dei casi , raggiungono i vasi cerebrali con conseguente ictus ischemico. Nelle aritmie atriali quando la terapia non è efficace o mal tollerata, si può ricorrere all'ablazione che consiste nell'introdurre un catetere nell'atrio sin e provocare una lesione con radiofrequenza là dove si presume che l'aritmia abbia origine . Nelle bradiaritmia sintomatiche (cioè quando il cuore batte lentamente o si arresta per qualche secondo provocando sintomi da scarsa perfusione cerebrale) generalmente si impianta un pace-maker. Nelle tachiaritimie ventricolari (aritmie molto rapide ad origine nei ventricoli) con sintomi gravi (arresti cardiaci documentati o svenimenti improvvisi) vi è l'indicazione all'impianto di un defibrillatore cardiaco.

aritmie

Sintomi: affanno e batticuore, vertigini e sensazioni di imminente o improvvisa perdita di coscienza, rallentamento del battito cardiaco che può causare stanchezza, incapacità a sostenere sforzi fisici