Scompenso cardiaco
sindrome complessa che rappresenta il punto evolutivo finale comune di una serie di patologie cardiache anche molto differenti tra loro.
Si manifesta come una alterazione della struttura e della funzione cardiaca che inficia la corretta funzione di pompa del cuore con conseguente insufficiente di apporto di ossigeno ad organi e tessuti e ritenzione di liquidi (edema) a livello dei polmoni, arti inferiori, organi addominali.
Cause: le cause più comuni sono la cardiopatia ischemica, l'ipertensione arteriosa, le cardiopatia valvolari, la cardiopatie congenite, le infezioni che colpiscono il cuore (miocarditi),alcune terapia antineoplastiche. In Italia è una patologia a larga prevalenza nella popolazione generale (1-2 % in chi ha meno di 55 anni di età, più del 10% in chi ha più di 70 anni). L'impatto sociale ed economico dello scompenso cardiaco è rilevante: rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero (200.000 ricoveri/anno ), ha una prognosi sfavorevole (50% di mortalità nei pazienti con scompenso cardiaco avanzato), tasso di riospedalizzazione ad un anno del 31,2%, grava pesantemente sui costi del Sistema Sanitario Nazionale (1,4-2% della spesa complessiva).
Sintomi: in genere la malattia è preceduta da una fase asintomatica che è importante riconoscere precocemente: compaiono successivamente difficoltà nel respiro (dispnea), irregolarità del battito cardiaco, edemi agli arti inferiori, stanchezza, pallore. Diagnosi: una valutazione di primo livello deve prevedere l'esame clinico accurato, l'esecuzione degli esami ematochimici di routine compreso i peptidi natriuretici ,un elettrocardiogramma, una radiografia del torace ed un ecocardiogramma. Esami di livello successivo (RMN cardiaca, coronarografia) andranno programmati caso per caso.
Terapia: abbiamo a disposizione molti farmaci che si sono dimostrati in grado di ridurre la mortalità cardiovascolare e soprattutto di ridurre le probabilià di un nuovo ricovero (ACE inibitori, sartani, beta bloccanti, antialdosteronici , ARNI e recentemente gli Inibitori del trasportatore sodio-glucosio) ; il diuretico va impiegato quando si riscontra una ritenzione idrica ed è in grado di migliorare significativamente la sintomatologia (dispnea , edemi ), senza tuttavia modificare la prognosi del paziente . Ulteriori terapie non farmacologiche (defibrillatore, terapia di resincronizzazione ventricolare, interventi cardiochirurgici sulle valvole) vanno contestualizzate nel singolo paziente.
